A Firenze Eike Schmidt sta facendo di tutto per non sembrare di destra

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Data : 2024-06-06 11:33:36
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Da un bel pezzo Eike Schmidt è una persona assai influente a Firenze. Storico dell’arte tedesco di 56 anni, naturalizzato italiano, è stato dal 2015 al 2023 direttore delle Gallerie degli Uffizi, il più importante museo fiorentino, un ruolo che in città è tenuto in grandissima considerazione e che ha un grosso peso nella vita pubblica, in un modo che è difficile comprendere per chi non vive a Firenze. In quegli anni Schmidt ebbe moltissimo spazio sui media, in parte anche perché ha saputo prenderselo, intervenendo con regolarità anche su questioni che riguardavano l’amministrazione e scontrandosi spesso con il sindaco che sta per terminare il suo secondo e ultimo mandato, Dario Nardella del Partito Democratico.

Schmidt davanti ai media alla riapertura degli Uffizi nel 2020 dopo la fine delle restrizioni per la pandemia (AP Photo/Andrew Medichini)

Ora Schmidt è anche il candidato sindaco sostenuto dalla destra di governo (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) alle elezioni amministrative dell’8 e del 9 giugno. La sua visibilità in città è persino aumentata e la sua opposizione alla giunta di Nardella è diventata in un certo senso più formale: anche perché la sua principale avversaria è Sara Funaro del Partito Democratico, assessora uscente del comune con deleghe a Welfare, Sanità, Immigrazione e Istruzione.

In una città che dal Dopoguerra è stata governata quasi ininterrottamente dalla sinistra o dal centrosinistra, Funaro è senza sorprese anche la candidata favorita e quella a cui i sondaggi attribuiscono più consensi: gran parte della campagna elettorale per queste elezioni però ha riguardato la candidatura di Schmidt, un po’ per lui e un po’ perché un’inedita frammentazione politica nel centrosinistra rende quest’elezione meno scontata delle precedenti.

Proprio per via di questa frammentazione infatti si dà per certo che nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta (cioè più del 50 % dei voti) al primo turno, e che quindi si andrà al ballottaggio, con i due candidati più votati che si affronteranno in un ulteriore turno elettorale due settimane dopo il primo. I candidati saranno con tutta probabilità proprio Funaro e Schmidt: in questo contesto Schmidt sta cercando con insistenza di proporsi come un candidato il più possibile neutro o comunque non di destra, in modo da rendersi gradito anche per gli elettori di centrosinistra che non voteranno per Funaro al primo turno. Le idee che ha espresso in campagna elettorale però sono tutte per la verità piuttosto conservatrici e in linea con quelle dei partiti che lo sostengono.

Elly Schlein e Sara Funaro (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

A parte il PD, Funaro è sostenuta dall’Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e +Europa. I sondaggi realizzati da più istituti la danno variamente tra il 37 e il 41 % delle preferenze, contro il 30-34 di Schmidt: c’è un istituto di sondaggi che dà una distanza di circa 3 punti tra loro, mentre per gli altri il divario è generalmente più ampio e arriva fino a 11 punti. Oltre a Funaro però ci sono almeno altri quattro candidati e candidate, minori ma non irrilevanti per consensi, collocabili per ragioni diverse nell’area della sinistra o del centrosinistra e che rendono tutto più complicato.

Quella principale è Stefania Saccardi di Italia Viva, il partito dell’ex sindaco della città ed ex segretario del PD Matteo Renzi, che a Firenze ha ancora un certo consenso personale: e infatti Saccardi è data tra il 10 e il 12 % dei voti, una percentuale che potrebbe risultare decisiva se in vista del ballottaggio formalizzasse il suo sostegno a Funaro o a Schmidt (magari con un accordo per entrare in giunta). Italia Viva è ormai un partito che si definisce di centro, ma Saccardi è stata a sua volta nel PD ed è anche vicepresidente della giunta regionale di centrosinistra guidata da Eugenio Giani, anche lui del PD.

Poi c’è Cecilia Del Re, ex assessora all’Urbanistica di Firenze che Nardella aveva escluso dalla giunta a marzo dell’anno scorso dopo alcune polemiche politiche: anche lei faceva parte del PD e ne è poi uscita, e ora si candida con la sua lista Firenze Democratica, data tra il 6 e il 7 %. Il Movimento 5 Stelle invece ha scelto di non sostenere la candidata del PD e presentarne uno proprio, Lorenzo Masi, consigliere comunale che i sondaggi danno intorno al 3 %. Il candidato più a sinistra è probabilmente Dmitrij Palagi, consigliere comunale sostenuto dalla lista Sinistra Progetto Comune, che è dato intorno al 5 %.

Stefania Saccardi (Pietro Masini/LaPresse)

Oltre a tutti loro ci sono anche altri quattro candidati, che le previsioni danno ciascuno tra lo 0,5 e lo 0,6 %: Alessandro De Giuli (Firenze Rinasce), Francesco Zini (Firenze cambia), Andrea Asciuti (Firenze Vera) e Francesca Marrazza (Firenze RiBella).

Naturalmente con una situazione di partenza del genere in un ballottaggio tra Funaro e Schmidt la prima partirebbe avvantaggiata, visto che i voti che resterebbero da spartire, almeno teoricamente, vengono tutti dall’area di sinistra o centrosinistra (che in generale è da sempre prevalente a Firenze). È il motivo per cui Schmidt nelle occasioni pubbliche sostiene con insistenza che i concetti di destra e di sinistra siano superati e dice di continuo cose per tenersi buono l’elettorato che non si riconosce nella destra.

«Io sono contento del sostegno della destra così come sarei contento anche del sostegno della sinistra», ha detto per esempio in un’intervista su Il Grand Continent con il giornalista David Allegranti, molto esperto di politica fiorentina. E alla domanda se si senta un uomo di destra ha risposto: «Io mi sento come un uomo aristotelico. E quindi non mi sento un uomo di destra, ma non mi sento neanche un uomo di sinistra». Più volte si è definito “centrista aristotelico” o ha fatto riferimenti ad Aristotele per descrivere le sue idee, senza che però risultasse mai davvero chiaro cosa intendesse, al di là di un generico pragmatismo che si attribuisce.

Schmidt agli Uffizi nel 2021 (Pietro Masini/LaPresse)

Che la destra a Firenze presenti un candidato che possa apparire il più possibile neutrale e distante dalla politica non è una novità. La città ha una nota storia marcatamente di sinistra, e anche in anni recenti la Toscana è stata una delle pochissime regioni in cui la destra non è riuscita a vincere, nonostante un grande aumento dei consensi a livello nazionale. E per riflesso i movimenti di destra fiorentini sono da tempo molto polarizzati e riconducibili più all’estrema destra che al centrodestra: a Firenze fino a poco tempo fa c’erano più sedi del movimento neofascista CasaPound (oggi una sola) e c’è soprattutto Casaggì, centro sociale legato al movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Azione Giovani, da cui vengono diversi importanti esponenti del partito tra cui Giovanni Donzelli, responsabile nazionale, deputato e tra i dirigenti più in vista.

I candidati di destra provenienti da questi ambienti però a Firenze non hanno mai avuto speranza di competere realmente alle elezioni, visto l’elettorato saldamente di centrosinistra. Per questo per esempio nel 2009 il centrodestra candidò contro Matteo Renzi, all’epoca nel PD, l’ex portiere di calcio Giovanni Galli, che perse poi al ballottaggio di quasi 20 punti. Nel 2019 candidò invece contro Nardella Ubaldo Bocci, che era un manager attivo negli ambienti cattolici fino a quel momento esterno alla politica (e perse al primo turno nettamente). Quando invece nel 2014 provò a proporre un candidato politico, il consigliere comunale del centrodestra Marco Stella, questo prese il 12 % contro il 59 di Nardella.

Da questo punto di vista Schmidt è il candidato più credibile della destra da molto tempo: è originario di Friburgo, in Germania, ed è noto soprattutto per il suo ruolo da direttore degli Uffizi, due elementi che lo fanno percepire come molto esterno al contesto politico italiano. Dopo la scadenza a dicembre del 2023 del suo secondo mandato agli Uffizi, non rinnovabile, è stato nominato dal governo direttore del museo di Capodimonte di Napoli. Poco prima aveva preso la cittadinanza italiana.

Per tutti questi motivi Funaro, al contrario, cerca di collocare Schmidt inequivocabilmente nell’area di destra, chiamandolo per esempio «il candidato di Donzelli e Salvini» o «il candidato dei neofascisti e degli odiatori razziali». Quest’ultimo è un riferimento a due candidati presenti nelle liste che sostengono Schmidt, un ex militante di CasaPound e una persona condannata per odio razziale. Schmidt ha replicato così, parlando con Repubblica: «Non ho potuto in prima persona mettere tutti ai raggi X». E «io sono antifascista militante da anni».

(ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

In tutti gli ultimi eventi di campagna elettorale di Schmidt non ci saranno i leader dei partiti che lo sostengono, secondo i giornali locali per una sua esplicita richiesta dovuta proprio alla volontà di mantenere un posizionamento più neutrale. I giornali locali scrivono anche che all’evento di chiusura della campagna elettorale, venerdì 7 giugno, dovrebbero essere molto limitati o evitati i simboli di partito. La segretaria del PD Elly Schlein invece sarà con Funaro per la chiusura della campagna, nonostante gli impegni per le elezioni europee concomitanti.

In queste settimane poi Schmidt è arrivato proprio a sostenere di avere proposte politiche di sinistra, o più di sinistra degli altri: sempre a Repubblica ha detto che «di fiorentini di sinistra ce ne sono tanti, di partiti e proposte di sinistra poche», e che «noi certamente abbiamo un programma più di sinistra di Italia Viva, per certi versi anche del PD». In vista del ballottaggio sta dicendo spesso che Saccardi e Italia Viva sono più vicini a lui che alla sinistra, e ha fatto complimenti all’ex assessora Del Re: «L’unica assessora di Nardella che valeva qualcosa, veramente un’altra classe». Né Saccardi né Del Re finora hanno detto chi sosterrebbero in un eventuale ballottaggio.

In realtà sui temi concreti della campagna elettorale le idee espresse da Schmidt sono state vicine a quelle di partiti come Fratelli d’Italia e Lega: ha per esempio insistito molto sulla necessità di maggiore sicurezza a Firenze e di «decoro», la cui mancanza attribuisce al troppo turismo, un tema caro a molti fiorentini e di cui Schmidt incolpa Nardella. Ha proposto di istituire un corpo di «rangers» per controllare meglio quello che succede durante il giorno al parco delle Cascine, il più grande parco pubblico di Firenze, e un servizio di sicurezza che controlli gli ingressi dalle 2 alle 6 di notte. Ultimamente poi ha si è accodato alla battaglia del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, contro gli autovelox, definiti da Schmidt «strumento vessatorio per eccellenza di questa amministrazione comunale», che avrebbe introdotto un «regime delle multe».

Ha avuto posizioni un po’ ambigue e contraddittorie invece sul tema dei trasporti, tra i più sentiti in città, ed è entrato nella discussione intorno all’ampliamento della rete di tram. Schmidt ha sostenuto la necessità di costruire una nuova tangenziale e di preservare il trasporto privato in auto, che secondo lui sarebbe stato penalizzato dalle linee di tramvia realizzate dalla giunta di Nardella. Sulle tramvie invece ha detto che sarebbe stato meglio interrarle per non farle interferire con il traffico di auto in superficie, e non viceversa come è stato fatto in alcuni tratti, con dei sottopassaggi per le auto. Poi ha cercato di mitigare questa posizione apparentemente un po’ contraria alle politiche ambientali sostenendo che con la tramvia sottoterra ci sarebbe stato più spazio per gli alberi in superficie.

In generale ha continuato a criticare moltissimo Nardella, fino a far circolare un volantino elettorale con lo slogan «Firenze non è Torre del Greco», la città in Campania in cui è nato Nardella, per il quale ha ricevuto accuse di antimeridionalismo e razzismo territoriale. «Se voleva sfidare Nardella si doveva candidare 5 anni fa», ha detto Funaro in un confronto pubblico tra i candidati lo scorso 20 maggio.

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